MONDIALI DI CALCIO, MORTI E CORRUZIONE

Organizzare un Mondiale di calcio costa moltissimo al Paese ospitante in termini economici. C’è tutto un indotto che lavora per costruire nuovi stadi o ristrutturare quelli già esistenti; un giro vorticoso di interessi e di denaro che, negli auspici degli organizzatori, deve portare notevoli benefici economici  e flussi turistici e ripagare, con gli interessi, gli investimenti effettuati.

Ma cosa è accaduto in Qatar? Sono morte circa 6500 persone per l’organizzazione dei Mondiali e si è scoperto un giro di mazzette milionarie. È notizia recente lo scandalo delle tangenti a eurodeputati e funzionari del Parlamento europeo. Tra gli arrestati c’è la greca Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento, nella cui abitazione sono stati ritrovati “sacchi di banconote”. Secondo le indagini, sarebbero mazzette pagate dal Qatar (che però nega) per influenzare la reputazione del Paese in Europa. A Brescia sono stati arrestati per favoreggiamento Maria Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell’ex eurodeputato del PD Antonio Panzeri, sospettato di essere intervenuto politicamente a beneficio di Qatar e Marocco. Due sono le decisioni del Parlamento europeo su cui le indagini si sono concentrate: il voto sulla liberalizzazione dei visti qatarini in commissione Libe e la risoluzione sulle violazioni dei diritti dei lavoratori a Doha, un testo che condannava il trattamento dei migranti che hanno lavorato agli stadi del Mondiale e in cui si chiedeva a Doha di fare di più sui diritti. In aula, il 21 novembre scorso, era intervenuta proprio Kaili, la quale, contro ogni evidenza, giacché già varie inchieste avevano ampiamente documentato gli abusi e le morti, aveva detto che il Qatar era in prima linea per i diritti dei lavoratori.

Falso.

Può un Mondiale valere una carneficina, la vita di 6500 persone?

E che dire della corruzione?

Una vergona a cui pare non ci sia rimedio, sebbene in Italia si registri un miglioramento, anche grazie all’istituzione dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione).

Nel nostro Paese la corruzione è “pulviscolare”, diversa da quella di Tangentopoli degli anni ’90. Si ricorre sempre al denaro (48%) ma sempre più ad altre contropartite non convenzionali: il posto di lavoro (13%), l’assegnazione di prestazioni professionali (11%), regalie di vario tipo (7%). Il 74% dei casi registrati nel triennio 2016-2019 hanno riguardato appalti pubblici, poi concorsi, procedimenti amministrativi, concessioni edilizie.

Ci si lascia corrompere, a mio avviso, soprattutto per un motivo: l’amore per il denaro, per il lusso. Alla base ci sono due malattie spirituali, la filargilia e la pleonessia. La prima (philargyrìa) indica l’attaccamento al denaro e alle ricchezze materiali (avarizia), mentre la pleonessia (pleonexìa) consiste essenzialmente nella volontà di acquisire nuovi beni, nel desiderio di possedere di più (avidità), come se il possesso di molte ricchezze possa allungare la propria vita di un solo secondo, idea del tutto insensata.

Il troppo stroppia, si dice comunemente, e il troppo pretende sempre di più, così che avarizia e avidità si rincorrano e si prendano per mano, donando follia e infinite preoccupazioni.

Mi viene alla mente la parabola del ricco stolto (o dell’avaro) presente nel Vangelo di Luca (12, 16-21), che tratta della stoltezza di credere che la ricchezza possa assicurare prosperità, salute o una bella vita, una buona e lunga vita. Sempre nel Vangelo di Luca (12, 13-15) Gesù ammonisce a guardarsi dall’avarizia «perché la vita di uno non consiste nell’abbondanza delle cose che possiede».

Il ricco stolto aveva accumulato tanto raccolto (beni) che non sapeva dove riporlo. Aveva in mente di costruire granai più grandi e, fatto questo, avrebbe detto alla sua anima: «Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi e godi». Ma Dio gli disse che quella stessa notte gli sarebbe stata ridomandata l’anima. Fine della storia.

L’aggettivo stolto è inesatto. La traduzione corretta è scemo.

Il corrotto, dunque, è uno scemo. Scema è la signora Kaili, che si è rovinata l’esistenza, con l’aggravante che si è fatta corrompere per dire il falso e sminuire la morte di 6500 persone povere e bisognose di portare il pane a casa. Disgustoso.

L’abbinata corruzione-menzogna esce spesso sulla ruota del lotto dell’Inferno. Miserabile è colui o colei che l’azzeccano.

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