PANORAMICA SULLA VERGINE MARIA

 

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34 Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei” (Lc 1, 26-38).

Così l’evangelista Luca. Maria riceve la visita dell’Angelo Gabriele. Taluni teologi sostengono addirittura che gli Angeli non esistano. Qui viene fatto un nome, Gabriele, che deriva dal nome ebraico “Gavri’el”, composto dai termini “gebher” (uomo, essere forte) e “El” (Dio). Per questo, il suo significato è variamente interpretato come “fortezza di Dio”, “forza di Dio” oppure “Dio è stato forte”. Ora, se vi è un nome vi è pure un soggetto reale, altrimenti che senso avrebbe? Dio ha inviato Gabriele a portare l’annuncio a Maria, e ciò è chiaro ed è indiscutibile. Certa teologia confonde le idee alla gente invece di chiarirle.

Fatta questa premessa, all’annuncio del concepimento del re discendente di DavideMaria risponde all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».

Nello schema biblico degli annunzi l’obiezione di colui che riceve l’annuncio rappresenta un elemento normale. C’è da capire quindi se si tratta di un semplice passaggio redazionale oppure di una reale difficoltà o richiesta di spiegazione avanzata da Maria. Al riguardo le opinioni sono discordanti.

L’interpretazione tradizionale è che Maria avesse fatto un voto di verginità. Tale interpretazione è ritenuta oggi arbitraria e anacronistica. Numerosi esegeti, soprattutto cattolici, interpretano la risposta di Maria come l’espressione della sua intenzione di restare vergine, nonostante il suo sposalizio con Giuseppe. Il senso dell’obiezione in tal caso sarebbe: «Come posso diventare la madre del Messia dal momento che ho deciso di non aver rapporti sessuali con Giuseppe?». Si ammette che volesse contrarre il matrimonio con Giuseppe, ma con la ferma intenzione, cioè con il proposito, di non consumarlo.

Questa decisione sembra a prima vista assurda nell’ambiente giudaico, dove la verginità non era apprezzata e la mancanza di prole era considerata una vergogna, un castigo di Dio. Ci si domanda come possa Maria, una fanciulla di tredici anni circa (l’età del matrimonio in Israele), essere pervenuta a una tale scelta, dal momento che ogni donna ebrea allora aspirava alla maternità, anche per dovere religioso, cioè per non ritardare la nascita del Messia con il proprio disimpegno.

Alcuni dati però aprono spiragli sulla possibilità di pensare a una vita di astinenza sessuale:

Tenendo conto dei particolari carismi di cui era certamente dotata Maria, numerosi esegeti affermano che Ella giunse alla determinazione di consacrare interamente la sua vita a Dio, rinunciando alle gioie della maternità, per una particolare illuminazione dello Spirito Santo, per amore a Dio. La risposta dell’Angelo, con la menzione dello Spirito Santo, si colloca in quest’ordine di idee.

Più sopra (v. 27) l’Evangelista aveva presentato Maria come “vergine”, e ora Maria manifesta l’intenzione di non avere rapporti matrimoniali.

Procediamo oltre e poniamoci una domanda: chi è Maria per noi? Cosa fa per noi? Tra i tanti titoli che Le si danno, a me piace quello di “Rifugio dei peccatori”, presente nelle litanie lauretane che di solito non si recitano. Siccome siamo peccatori, è confortante sapere che vi è Lei alla quale possiamo rivolgerci con fiducia affinché interceda per noi. Maria, quindi, intercede per chi si affida a Lei. A Lei Gesù nulla può rifiutare.

Sul sito cattolico Aleteia si legge che se Gesù ci ha lasciato Sua Madre come nostra madre, è perché è necessario per la salvezza di ciascuno di noi. Questo gesto non è stato solo una dimostrazione di affetto nei nostri confronti; è stata una grande necessità. Grandi santi e dottori della Chiesa, come San Bernardo di Chiaravalle, hanno affermato che Maria è necessaria per la nostra salvezza. San Luigi Grignion de Monfort, autore del Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, ci chiede: “Se Dio, che è onnipotente e quindi non aveva bisogno di lei per salvare il mondo, ma ha voluto aver bisogno di lei, tu sarai tanto orgoglioso da pensare di poterti salvare senza il suo ausilio?”.

Solo Gesù è il Salvatore (At 4,12) e nessuna mediazione è valida senza Gesù, ma Dio ha voluto che Maria fosse una mediatrice “subordinata”. Ella è la grande ausiliatrice dei cristiani, Colei che ci porta alla fonte della salvezza, Gesù.

Ella è la mediatrice di tutte le grazie, attraverso Gesù, ma non in parallelo, non in modo sostitutivo. La mediazione di Maria, insegna il Concilio Vaticano II, valorizza ancor di più la mediazione di Gesù.

Se Gesù vuole avere bisogno di noi per salvare il mondo, quando più vuole aver bisogno di Maria! Se è stato attraverso di Lei che Egli è venuto a noi, allora, dicono i Santi, è anche attraverso di Lei che dobbiamo andare a Gesù.

Dopo che il demonio riesce a rendere qualcuno schiavo del peccato, lavora subito duramente per allontanarlo da Maria, perché sa che Ella è il rifugio dei peccatori, ovvero Colei che potrà convincerlo a lasciare il peccato e a tornare alla fonte della grazia.

Molti, purtroppo, portano nel cuore un certo rifiuto per Maria, come se Ella fosse una “rivale” di Gesù. È una tentazione. La Chiesa è il Corpo di Cristo; Egli è il Capo, noi le membra. Ed ecco la grande missione di Maria nella vita di ciascuno di noi: essere nostra Madre spirituale.

Chiunque ami Gesù deve amare e onorare Maria. Quale figlio vorrebbe vedere la propria madre disprezzata?

Come la nostra madre terrena ci ha generato e educato secondo natura, Gesù ha voluto che Sua Madre ci generasse ed educasse secondo la grazia. La missione della madre è generare ed educare. A compiere quest’opera in noi, afferma San Luigi di Montfort, sono lo Spirito Santo e Maria.

Sant’Agostino ha definito Maria forma Dei, ovvero la forma di Dio, il modello che Dio usa per fare Santi. Senza Maria, dice San Luigi di Montfort, il cammino verso la santità è difficile, pericoloso e lungo, ma con Maria il cammino diventa dolce, sicuro e rapido, e non desisteremo.

Maria è il grande ausilio che Gesù ci ha lasciato per vincere ogni debolezza e miseria che affrontiamo nella lotta contro noi stessi, contro il mondo e contro il demonio.

Alle nozze di Cana, Ella ha fatto sì che Gesù anticipasse la Sua ora (Gv 2,1-11), e Gesù, perché Ella lo ha chiesto, ha trasformato l’acqua in vino speciale.

Tra le molte altre cose, il miracolo delle nozze mostra che Gesù non nega “nulla” a Sua Madre, tanta è la gratitudine che nutre nei suoi confronti, per il suo “sì” totale, che ha fatto di lei Sua Madre.

È questo il motivo per il quale Gesù non nega nulla a Maria; perché vuole onorarla in tutti i modi possibili ed esserle grato, insegnano grandi Santi. Per questo, nella Chiesa è diventata celebre la frase “Chiedi alla Madre, che il Figlio risponde”.

Se non siamo degni di conquistare da Dio la grazia di cui abbiamo bisogno, ricordiamoci che esiste Qualcuno che “ha trovato grazia davanti a Dio” ed è stata salutata da Dio stesso con l’espressione “piena di grazia” (Lc 1, 28).

Maria è la “mediatrice di tutte le grazie”, insegnano i Santi dottori (Sant’Agostino, San Bernardo, San Bonaventura, Sant’Afonso ecc.). Nessuna grazia arriva a noi senza passare per Maria. Perché? Dio è forse limitato? No! Non è una limitazione di Dio, ma il Suo stesso desiderio, dicono i Santi, perché Dio vuole onorarla oltre misura.

La ragione è logica. Qual è stata la maggiore “grazia” che la terra ha ricevuto dal cielo? Gesù, il Salvatore degli uomini. E per quale “mezzo”, attraverso quale “canale”, Dio Padre ce l’ha dato? Attraverso Maria.

I Santi concludono allora facilmente che se la “maggiore” grazia (Gesù) è giunta “attraverso Maria”, allora le altre, che sono minori, non potrebbero venire senza di Lei.

San Bernardo la definisce “acquedotto di Dio”; San Luigi di Montfort riassume tutto dicendo che “Dio ha riunito tutte le acque e ha dato il nome di mare, ha riunito tutte le grazie e ha dato il nome di Maria”. Maria è l’oceano delle grazie di Dio.

Chi ama Gesù non può non amare Maria e non consacrarsi a Lei ogni giorno, perché Ella è la consolatrice degli afflitti, l’ausilio dei cristiani, la mediatrice di tutte le grazie, la nostra avvocata.

I primi cristiani, già nel II secolo, recitavano una preghiera di consacrazione alla Madonna dicendo:

«Sotto la vostra protezione ci rifugiamo, o Santa Madre di Dio. Non disprezzate le nostre suppliche nelle nostre necessità, ma liberateci sempre da tutti i pericoli, Vergine gloriosa e benedetta. Amen».

Fai tutto per Gesù, ma niente senza Maria: è la via del successo per chiunque segua Gesù. San Bernardo sosteneva che nessuno dei figli di Maria si perderà, e che nessuno dei suoi servi si tirerà indietro davanti alle persecuzioni del mondo e del demonio.

Padre Pio da Pietrelcina invitava caldamente a pregare ogni giorno il Santo Rosario: «Pregatelo spesso, appena potete. Satana cerca di distruggere questa preghiera ma non ci riuscirà mai. È una preghiera che regna su tutto e su tutti. Lei ci ha insegnato a pregare con il Rosario, come Gesù ci ha insegnato a pregare il Nostro Padre nei Cieli».

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