Qual è o quale dovrebbe essere la missione principale di un sacerdote? Occuparsi dei conti, del denaro, delle cose mondane? Essere una sorta di amministratore o gestore/padrone della chiesa? Organizzare feste e festicciole, gite, viaggi, pranzi e cene? Oppure salvare le anime che a lui si rivolgono per essere assolte dai loro peccati e riconciliarsi con il Signore? Penso che sia quest’ultima.
Ma, ahimè, le cose vanno diversamente, ed è raro trovare un sacerdote disposto ad accoglierti e ascoltarti.
È capitato anche a me, purtroppo.
Mi sono recato da un sacerdote per confessarmi. La porta della sua stanza era chiusa, stava facendo non so cosa con un suo collaboratore. Forse faceva di conto, ripassava la contabilità delle entrate e delle uscite. A un certo punto l’ho sentito urlare: «Non voglio vedere nessuno!». E, riferendosi a me – gli era difatti stato riferito che lo attendevo – con tono alterato e burbero ha soggiunto: «Venga nel pomeriggio!». Non l’ha detto a me, che pure ero lì, ma a un altro suo collaboratore.
Quella porta è rimasta impietosamente chiusa. Non una porta ma un muro. Quel comportamento mi ha profondamente turbato e rattristato, e indotto ad andarmene. Penso che lì non ci tornerò più, neppure da morto. Per mia fortuna sono riuscito ugualmente a confessarmi da un sacerdote attento e calmo.
Ora, secondo voi, quel sacerdote nevrastenico è degno di esserlo? Ho i miei dubbi. Mai e poi mai un sacerdote dovrebbe rifiutarsi di confessare un penitente. Mai. Perché è ciò che è chiamato a fare, tutto il resto deve passare in secondo piano o rimandato.
Macellaio? Può darsi. San Pio da Pietrelcina, in una sua lettera al suo confessore Padre Agostino del 7 aprile 1913, riferì che lo sguardo di Gesù si riportò verso «quei sacerdoti» e, quasi inorridito, ritirò lo sguardo. «Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: “Macellai!”». Lupi travestiti da pecore? Ipocriti e farisei?
Non giudico nessuno ma non posso esimermi dal puntualizzare che c’è chi predica bene e razzola male. Il sacerdote deve essere accogliente e misericordioso, non un nevrastenico. Non può mettere alla porta un’anima e turbarla con un comportamento poco ortodosso, irascibile, ineducato, sgraziato (nel senso di privo di grazia).
Penso che molti uomini in talare farebbero meglio a spretarsi e a fare altro. Il sacerdozio è un ministero di importanza eccezionale, e chi non è in grado di viverlo in modo esemplare, dando scandalo e ferendo le anime, farebbe cosa buona e giusta a darsi all’ippica.
Il Signore ne sarebbe felice e la Chiesa ne trarrebbe giovamento.
Domenica, 11 dicembre 2022
Salvatore Bernocco