di Antonio Bini
A conclusione del 25° anniversario della morte di suor Amalia Di Rella, anche la città di Andria ha voluto ricordarla con un evento organizzato il 23 maggio presso la sala convegni del Museo Diocesano della città pugliese.
L’incontro, introdotto da Nunzia De Astis, presidente dell’Associazione Volto Santo di Ruvo di Puglia, è stato moderato dalla giornalista Angela Ciciriello.È stata la volta di Don Peppino la Penna, ex parroco della parrocchia San Michele Arcangelo di Andria, per ricordare la figura di suor Amalia, che ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita proprio in Andria, dedicandosi agli altri, in particolare agli ultimi, ai poveri e ai malati, collaborando con i sacerdoti, nonostante le sue precarie condizioni di salute. Suor Amalia era nata a Ruvo di Puglia il 25 maggio 1934 ed è deceduta a Genova il 16 giugno 1998. Don Mimmo Francavilla, responsabile della Caritas diocesana di Andria, già assistente dell’UNITALSI, ha portato il ricordo vivo della suora nel dare il suo generoso sostegno organizzativo ai campi estivi, “le settimane azzurre”, riservate a portatori di handicap. Occasione per osservare da vicino il suo esempio di dedizione al servizio della Chiesa. Nel mio intervento ho voluto richiamare l’attenzione sul significato di “Discepola del Volto Santo”, tale infatti è la denominazione della Pia Unione Laicale voluta da suor Amalia e condivisa da mons. Tonino Bello, vescovo della Diocesi di Molfetta, seguendo la sua guida spirituale, padre Domenico da Cese, che fu un instancabile e appassionato divulgatore della sacra immagine venerata a Manoppello.Ho voluto dare sintetica lettura del messaggio di condoglianze espresso dai Cappuccini e pubblicato sul n. 2/1998 della Rivista del Volto Santo, dove ricordarono affettuosamente “la figlia spirituale prediletta di padre Domenico da Cese cappuccino, innamorata del Volto Santo, che ha dedicato sin da giovinetta, la sua vita terrena all’assistenza degli ammalati, agli anziani, agli handicappati, alle persone sole e abbandonate”. In quell’occasione venne pubblicata anche la significativa omelia pronunciata il 15 luglio 1998, dall’allora vescovo di Andria, mons. Raffaele Calabro, in occasione del trigesimo dalla morte di suor Amalia, indicata come “persona che ha lasciato una traccia indelebile in tutti noi”. Il presule invitò a continuare l’opera da lei iniziata, non disperdendo il suo insegnamento. Nel suo intervento conclusivo, Michele Ippedico, autore della attesa biografia su suor Amalia, dal titolo “La Pupazza di Dio”, come lei stessa talvolta si definiva, ha brevemente raccontato tanti momenti della vita esemplare della religiosa, conosciuta sin da quando era un ragazzo. Una lettura scorrevole e ricca di numerose testimonianze, inserite nel contesto culturale e sociale di Ruvo e Andria di quegli anni. Al termine dell’incontro, molto partecipato, anche da persone provenienti da Corato, da Trani e da Ruvo di Puglia, è stata data lettura del messaggio di saluto di mons. Nicola Cerasoli, nunzio apostolico in Slovacchia, diretto ai partecipanti al convegno, con il personale riconoscente ricordo di suor Amalia, conosciuta in gioventù e durante alcuni pellegrinaggi a Manoppello e Lourdes, quando era vivo ancora padre Domenico. È stato anche letto un messaggio di saluto di suor Blandina. Presenti anche suor Maria Matera e Grazia di Bari, discepole del Volto Santo. Non sono mancati interventi da parte di persone presenti e il saluto dell’assessore alla cultura del Comune di Andria Daniela Di Bari. Servizi televisivi sono andati in onda su Amica9Tv e Tele Dehon. Da segnalare, infine, che la ricorrenza della festa di maggio è stata solennemente celebrata, come sempre, nella chiesa del Purgatorio di Ruvo di Puglia, ed è stata l’occasione per l’ingresso dei nuovi associati, seguendo il rituale previsto dallo statuto dell’Associazione Volto Santo approvato da don Tonino Bello. Nell’esprimere un sincero apprezzamento per l’attività svolta dall’Associazione, va ricordato che nella chiesa del Purgatorio avvenne l’intronizzazione del Volto Santo, a pochi mesi dalla morte di padre Domenico da Cese, la prima di molte altre nel corso del tempo.